Traduzione a cura di Marco Lorenzi e Luciana Baroni
URL del testo originale (in inglese): www.llu.edu/llu/health/nuts.html

Alcune analisi abbastanza recenti dei dati ottenuti dall'Adventist Health Study hanno mostrato una importante correlazione tra il consumo di noci e di pane integrale e la riduzione del rischio di CHD (Coronary Heart Disease NdT). Questi dati hanno costituito il tema di una pubblicazione del Dr. Fraser e collaboratori nel numero del luglio 1992 della rivista Archives of Internal Medicine. Alla comparsa di questi dati ha fatto seguito un notevole interesse da parte di televisione e giornali.

I risultati più importanti di questa parte dell'intero studio mostrano che il consumo di noci riduce il rischio di patologie coronariche fatali e non fatali. Di nuovo gli studiosi hanno cercato diversi modi che potessero confutare questi risultati, aggiustando i dati tenendo conto delle variabili legate ad età, sesso, abitudine al fumo, attività fisica, peso relativo e ipertensione. Il ruolo protettivo esercitato dalle noci si è mantenuto statisticamente significativo ed essenzialmente immutato in termini quantitativi.

Gli individui che mangiano noci da una a quattro volte la settimana hanno il 74% di rischio di contrarre un infarto del miocardio non fatale e il 73% di contrarre un infarto del miocardio fatale quando paragonati al rischio presentato dai soggetti che mangiano noci meno di una volta la settimana. Inoltre gli individui che mangiano noci cinque o più volte la settimana hanno solo il 52% del rischio di sviluppare infarto del miocardio non fatale e il 62% del rischio di sviluppare infarto miocardico fatale se comparati al gruppo che mangia noci meno di una volta la settimana.

Analisi delle associazioni tra consumo di noci e CHD, aggiustate per sesso e dell'età, sono state effettuate in vari sottogruppi all'interno dei partecipanti all'Adventist Health Study. I risultati sono stati esaminati per valutare se l'associazione tra consumo di noci e CHD si manteneva anche in settori differenti della popolazione. La consistenza dei dati si è mantenuta inequivocabilmente e conferma la convinzione dei ricercatori sull'importanza di questi dati.

Nei risultati statistici sottoriportati le percentuali menzionate si riferiscono ai gruppi di soggetti che mangiano noci cinque o più volte la settimana, confrontati con i gruppi di soggetti che mangiano noci meno di una volta alla settimana.

Nel primo esempio i due sessi sono stati valutati separatamente confrontando poi i risultati. Gli uomini che mangiano noci più di cinque volte la settimana mostrano un rischio pari al 40%, e le donne pari al 52%, rispetto chi dello stesso sesso consuma noci meno di una volta la settimana. I soggetti di età inferiore agli 80 anni che consumano noci più di cinque volte alla settimana mostrano un rischio del 47%, ed i soggetti di età superiore agli 80 anni che consumano noci frequentemente evidenziano un rischio relativo del 45% rispetto agli individui che mangiano noci non frequentemente.

Anche suddividendo i soggetti tra coloro che non hanno mai fumato e coloro che hanno fumato per gran parte della vita, entrambo i gruppi mostrano solo il 54% del rischio di sviluppare patologie coronariche se mangiano noci cinque o più volte alla settimana. I soggetti normotesi partecipanti allo studio mostrano che il mangiare noci più di cinque volte la settimana riduce il rischio di patologie coronariche al 40% e i soggetti ipertesi mostrano comunque un rischio relativo del 70% rispetto a soggetti di controllo che consumano poche noci.

I soggetti vegetariani che consumano noci più di cinque volte la settimana hanno un rischio del 44% rispetto ai vegetariani che mangiano poche noci, e i non-vegetariani hanno un rischio del 51% rispetto al gruppo di controllo che consumano poche noci. Per quanto riguarda l'esercizio fisico gli individui classificati come appartenenti al gruppo che pratica poco esercizio che consumano noci cinque o più volte la settimana hanno un rischio relativo del 62% e quelli del gruppo che pratica molto esercizio hanno un rischio relativo del 39%.

Considerando l'indice di massa corporea (BMI), un indice dell'obesità, i soggetti che consumano noci più di cinque volte alla settimana con un BMI superiore o uguale a 23.9 (livello di BMI fuori dalla norma) hanno un rischio del 46% di CHD e quelli con un BMI inferiore a 24 hanno un rischio del 53%, quando paragonati al gruppo di controllo che consuma poche noci con un livello di obesità analogo.

Perciò possiamo affermare che queste associazioni sono valide e di entità rilevante, il che implica una probabile relazione causale. Sono stati suggeriti diversi meccanismi per spiegare questi risultati, come la relazione tra l'alto contenuto di grassi mono e poliinsaturi proprio delle noci e la diminuzione della colesterolemia, le proprietà antiossidanti dell'alto contenuto di vitamina E delle noci, o il loro alto contenuto di arginina (un aminoacido precursore dell'ossido nitrico) che favorisce la distensione delle pareti arteriose (vasodilatazione, NdT). Tutti e tre questi fattori tenderebbero a ridurre l'arteriosclerosi.

I punti di forza dello studio sono le ampie dimensioni del gruppo di soggetti esaminati, la notevole entità di dati raccolti per ogni soggetto, l'inclusione di uomini e donne di un ampio range di età e, forse la cosa più importante, la notevole variabilità nel consumo di noci tra gli Avventisti.

I risultati dei vari studi degli Avventisti del Settimo giorno sembrano supportare l'ammonizione di Dio stesso fatta ai progenitori della razza umana. Nel Libro della Genesi 1:29 si legge: "Dio disse anche: ti do tutte le piante che portano seme ovunque sulla terra e ogni albero da frutto che produce semi: questi saranno il tuo cibo". Pertanto non è una coincidenza che il risultato dell'Adventist Health Study suffraghi in modo indipendente le qualità protettive dei semi come le noci, i fagioli, il grano integrale e anche della frutta.

Ringraziamo il Prof. Gary E. Fraser e la Loma Linda University, California, per averci autorizzato a tradurre ed inserire nel nostro sito questo articolo.

Vai a: The Adventist Health Study

Published Online: 10 Oct 2000 -- Copyright © by SSNV / All rights reserved.