05/05/2012

Da un rapporto del PCRM - Physicians Committee for Responsible Medicine - dell'aprile 2012.

La contaminazione fecale è sorprendentemente comune negli alimenti a base di carne di pollo venduti nei negozi di alimenti negli USA. In questo studio, alcuni ricercatori, in collaborazione con il PCRM, hanno testato questi prodotti, in vendita in 15 catene di negozi alimentari di 10 città USA, ricercando la presenza di feci. Un laboratorio di analisi certificato e indipendente di Chicago, Illinois, ha testato la presenza di E. coli come segno di contaminazione fecale. Sono risultati positivi per contaminazione fecale prodotti provenienti da ogni città e da ciascuna catena di negozi. Nel complesso, il 48% dei campioni è risultato positivo al test.

Contaminazione fecale di prodotti da pollame in 10 città USA
Città Negozio di alimentari % di prodotti contaminati
Charleston, S.C. Harris Teeter
Publix
33%
33%
Chicago, Ill. Dominick's
Jewel-Osco
33%
67%
Dallas, Texas Albertsons
Kroger
33%
100%
Denver, Colo. Albertsons
Safeway
50%
67%
Houston, Texas H-E-B
Randalls
17%
17%
Miami, Fla. Publix
Winn-Dixie
50%
83%
Milwaukee, Wis. Pic 'n Save
Piggly Wiggly
17%
50%
Phoenix, Ariz. Fry's
Safeway*
50%
0%
San Diego, Calif. Albertsons
Ralphs
17%
83%
Washington, D.C. Giant
Safeway
83%
67%

* Indica un negozio in cui è stato attuato un secondo test, che ha dimostrato
che il 60% dei campioni era positivo alla contaminazione fecale.

Contesto

Nelle condizioni tipiche dell'allevamento e del trasporto dei polli, gli animali defecano gli uni sugli altri, e normalmente rimangono in mezzo alle feci, proprie e altrui. Inoltre le feci sono presenti nell'intestino al momento della loro macellazione. Il risultato è che le feci sono presenti comunemente negli allevamenti di pollame, nei veicoli di trasporto e negli impianti di macellazione.

Un tipico impianto di lavorazione di grandi dimensioni può macellare più di un milione di animali alla settimana [1]. I polli vengono storditi, uccisi, dissanguati e fatti passare in vasche di scottamento, che rendono più facile l'eliminazione delle piume, ma che si trasformano anche in serbatoi che trasferiscono le feci da una carcassa all'altra. Dopo lo scottamento, le piume e gli intestini vengono rimossi meccanicamente. Il contenuto degli intestini può finire nei macchinari e contaminare i muscoli e gli organi dei polli stessi, e di quelli che vengono lavorati in seguito.

Le carcasse eviscerate vengono poi risciacquate con acqua clorata e viene controllata l'eventuale presenza di materia fecale visibile. Tuttavia, alcune linee di macellazione lavorano fino a 140 animali al minuto, il che lascia ai controllori un tempo davvero minimo per controllare eventuali feci visibili.[2]

Dopo l'ispezione visiva, le carcasse vengono normalmente raffreddate in acqua ghiacciata, in realtà un bagno comune in cui le feci si diffondono da un animale all'altro. Dopo il raffreddamento, in certi casi il pollo viene tagliato a pezzi, il che comporta un ulteriore passaggio di materia fecale dalla carcassa agli attrezzi. I pezzi vengono quindi confezionati, e veicolano così i batteri fecali ai consumatori. Le feci sono composte da cibo indigerito, cellule morte, sostanze secrete dal fegato, parassiti e batteri, che possono essere innocui o patogeni. Le feci visibili sui prodotti in vendita preoccupano i consumatori, per ragioni sia estetiche sia di salute, ma nessuno si preoccupa delle tracce non visibili.

Per valutare l'efficacia delle procedure di limitazione della contaminazione fecale, il Dipartimento dell'Agricoltura USA richiede che gli stabilimenti di macellazione e lavorazione del pollame verifichino i livelli di E. coli, batterio che rappresenta un indicatore altamente specifico della contaminazione fecale. Secondo le "Linee guida per la ricerca dell'Escherichia coli ai fini della verifica di controllo procedurale negli stabilimenti di macellazione del pollame" dell'USDA, le strutture in questione devono analizzare 1 pollo su ogni 22.000 macellati, o effettuare almeno un test alla settimana. [3]

Questo studio ha valutato la frequenza di contaminazione fecale nei prodotti a base di pollame in vendita in negozi di 10 città USA.

Metodi

Il PCRM ha controllato vari prodotti a base di pollame – polli interi, petti, cosce, zampe o ali – in vari negozi, in 10 città di 9 stati. Sono stati inizialmente esaminati in ciascuna città 12 campioni di prodotti, per un totale di 120 campioni.

Le catene di negozi alimentari testate erano: Albertsons, Dominick's, Fry's, Giant, Harris Teeter, H-E-B, Jewel-Osco, Kroger, Pic ‘n Save, Piggly Wiggly, Publix, Ralphs, Randalls, Safeway e Winn-Dixie.

I prodotti sono stati lasciati nella confezione originale. Le confezioni sono state poste, ancora chiuse, in borse termiche con blocchi di ghiaccio e inviate entro la giornata a EMSL Analytical Inc., un laboratorio di analisi indipendente e certificato di Chicago, Illinois. Usando i metodi di ricerca standard per l'analisi degli alimenti, l'EMSL ha testato la presenza di E. coli. [4] Come già spiegato, l'E. coli è un indicatore specifico di contaminazione fecale, ed è usato negli impianti di macellazione e lavorazione per verificare la presenza di contaminazione fecale sui prodotti alimentari e nell'acqua, secondo requisiti stabiliti dall'USDA.

Risultati

I test hanno rivelato che il 48% dei campioni di pollame è risultato positivo per contaminazione fecale. Dei petti senza pelle è risultato contaminato il 49% dei prodotti, mentre lo era il 28% dei petti con la pelle intatta, il che indica che la rimozione della pelle non permette di ridurre la contaminazione fecale dei prodotti.

Nei campioni di pollo che non contenevano tracce di antibiotici, ben il 46% è risultato positivo alla contaminazione fecale, contro il 48% dei campioni convenzionali.

Dei 20 negozi selezionati, solo uno (Safeway, Phoenix, Ariz.) non aveva batteri fecali rilevabili nei suoi campioni. Per determinare se questo fosse un falso risultato, sono stati acquisiti altri 10 campioni, poi testati da EMSL Analytical Inc. Di questi 10 campioni, 6 sono risultati positivi alla contaminazione fecale, indicando come i primi risultati dipendessero dalla scelta dei campioni, e non dall'assenza di feci nei prodotti del negozio.

Discussione

Questi risultati mostrano che la presenza di feci sui prodotti alimentari a base di pollame è frequente. Per quanto sia evidente una variabilità tra negozio e negozio, sembra che i consumatori portino feci nella propria cucina a partire da circa la metà dei prodotti acquistati, indipendentemente dalla zona o dalla marca. Questa variabilità sembra infatti dovuta alle modalità di raccolta dei campioni e non a differenze nelle le procedure seguite dai vari negozi o marche.

I prodotti a base di pollame posti in vendita raramente vengono sottoposti a test per la ricerca di feci. Invece, i test vengono regolarmente effettuati durante la macellazione e la lavorazione, per definire l'efficacia delle pratiche volte a limitare la contaminazione fecale. In uno studio USDA del 2009, l'87% delle carcasse di pollo testate è risultato positivo all'E. coli dopo il raffreddamento e immediatamente prima del confezionamento. [5] I dati attuali suggeriscono inoltre che il pollo deprivato della pelle presenti le stesse probabilità di essere contaminato rispetto al pollo con la pelle intatta. Similmente, i prodotti che non contengono residui di antibiotici sembrano avere le stesse probabilità di essere contaminati da feci rispetto ai prodotti "convenzionali". Quasi la metà di entrambi i tipi di prodotti testati è infatti risultato positivo alla presenza di tracce fecali.

Conclusioni

Nel complesso, circa la metà dei campioni di alimenti a base di pollo acquistati in vari negozi sono risultati contaminati da feci, provenienti dagli intestini dei polli, che facilmente si diffondono durante l'allevamento, il trasporto, la macellazione e la lavorazione delle carni. A loro volta, le feci presenti sui prodotti a base di pollame portati in casa si trasferiscono facilmente sui piani cucina, sui taglieri, sugli utensili, nei frigoriferi e quindi alle persone della casa.

Ai consumatori l'USDA consiglia di cuocere ad alte temperature i prodotti a base di pollame, ma questo trattamento non fa altro che cuocere le feci insieme al tessuto muscolare, e non le rimuove affatto dal prodotto ingerito. In sintesi, le feci sono presenti su circa la metà dei prodotti a base di pollame nei negozi al dettaglio in diverse località di tutti gli Stati Uniti.

Bibliografia

1. World Poultry. Broiler welfare symposium: The balance between producers' and consumers' standards. World Poultry. 2009;25(12). Accesso del 12 febbraio 2012.

2. Bilgili SF. Recent advances in electrical stunning. Poult Sci. 1999;78(2):282-286.

3. Federal Register Vol. 61, No. 131. United States Department of Agriculture/Food Safety and Inspection Service. Hum Gene Ther. 1996;7(15):1923-1926.

4. Lattuada CP, Dillard LH, Rose BE. Examination of Fresh, Refrigerated, and Frozen Prepared Meat, Poultry and Pasteurized Egg products. In: Dey BP, Lattuada CP. Examination of Microbiology Laboratory Guidebook. Vol. 1-2. 3rd ed. Washington, DC. 1998.

5. Altekruse SF, Berrang ME, Marks H, et al. Enumeration of Escherichia coli cells on chicken carcasses as a potential measure of microbial process control in a random selection of slaughter establishments in the United States. Appl Environ Microbiol. 2009;75(11):3522-3527.

Fonte:

PCRM, Fecal Contamination in Retail Chicken Products, aprile 2012

Traduzione a cura di Teresa Sassani