a cura del Dr. Pier Luigi Rossi

Direttore Ambulatorio Nutrizione Clinica, USL Arezzo

La dieta nel Diabete Mellito deve assicurare alcuni precisi obiettivi nutrizionali. Mantenere costante nel tempo il valore della Glicemia, evitando bruschi rialzi glicemici post-prandiali; assicurare un idoneo apporto di Carboidrati senza scendere sotto la dose giornaliera di 150 grammi, posizionando la quota giornaliera dei Glucidi attorno al 55% del fabbisogno calorico giornaliero, con il 15% di Proteine e il 30% di Lipidi, di cui almeno il 10% di Monoinsaturi: quote analoghe a quelle del soggetto sano.

Il controllo del peso corporeo ha un ruolo rilevante nella gestione del Diabete Mellito. E' consigliabile tenere l'Indice di Massa Corporea -il rapporto tra il peso corporeo reale espresso in kg ed il quadrato dell'altezza espressa in metri- entro la soglia del sovrappeso, che è 25.

Per evitare di avere bruschi aumenti della Glicemia dopo un pasto si può usare la tabella dell'Indice Glicemico degli alimenti. Sono da preferire alimenti a basso Indice Glicemico, che contribuiscono al controllo della Glicemia post-prandiale e della risposta Insulinemica post-prandiale, nonché alla diminuzione delle Proteine glicosilate e alla riduzione di escrezione urinaria di Peptide-C.

Il frazionamento della razione quotidiana in tre pasti principali, colazione, pranzo e cena, con due spuntini, mattina e pomeriggio, è un comportamento corretto in grado di contribuire a mantenere sotto controllo i livelli Glicemici.

Gli alimenti ricchi di fibra alimentare idrosolubile controllano l'assorbimento intestinale di Glucosio evitando le repentine oscillazioni glicemiche, aggressive per l'organismo e per il sistema cardiocircolatorio. La fibra alimentare non idrosolubile, contenuta nei cereali non ha invece alcun effetto positivo nel controllo della Glicemia.

Uno degli errori più frequenti della dieta del diabetico sta nell'introdurre quantità inadeguate di Carboidrati complessi. Occorre evitare di scendere sotto la dose di 150 gr di Carboidrati al giorno in una persona adulta, perché in questo caso l'organismo comincia a "mangiare se stesso".

L'assenza dei Carboidrati stimola l'autocannibalismo in quanto il corpo umano comincia a smontare le proprie Proteine muscolari al fine di ottenere il Glucosio. In assenza prolungata di Carboidrati, i sistemi metabolici tendono ad utilizzare gli Aminoacidi muscolari, ramificati e glucogenetici, al fine di ricavare l'Alanina: sostanza, questa, che, uscita dai muscoli, arriva al fegato dove viene trasformata in Glucosio.

Quindi se si segue una dieta con basso contenuto di Carboidrati, a lungo andare, si rischia di perdere preziosa massa magra muscolare e di ottenere l'effetto paradosso di perdere peso corporeo senza intaccare invece la massa grassa.

In altre parole, una riduzione di peso cui di fatto non corrisponde un reale dimagrimento. Dimagrire in modo sano, infatti, equivale a perdere grasso senza intaccare né massa muscolare né il patrimonio idrico corporeo.

Inoltre una dose giornaliera insufficiente di Carboidrati porta alla formazione della Chetosi con la comparsa nel sangue di Acetone, Acido Acetacetico e Acido Betaidrossibutirrrico. Questi corpi chetonici hanno anche l'effetto di calmare la sensazione di fame e procurano anche una leggera sensazione di euforia. Condizioni, queste, che possono far continuare ad insistere con la dieta a basso contenuto di carboidrati per lungo tempo, con il rischio di perdere così molta massa magra muscolare conservando invece la massa grassa totale.

Il cervello ha bisogno di almeno 200 gr di Glucosio al giorno, in presenza di corpi chetonici si adatta alla mancanza di Glucosio attingendo energia proprio da questi.

Un intelligente uso dell'Indice Glicemico può orientare nella scelta degli alimenti in grado di apportare la dose giornaliera raccomandata di Carboidrati per evitare sfavorevoli condizioni metaboliche alla salute del diabetico ad ogni età.

Published Online: 08 Apr 2002 (ultima revisione 2013) -- Copyright © by SSNV / All rights reserved.