Frassetto LA, Todd KM, Morris RC Jr, Sebastian A.

Department of Medicine and General Clinical Research Center, University of California, San Francisco 94143, USA.

Originale: Frassetto LA, Todd KM, Morris RC Jr, Sebastian A. Worldwide incidence of hip fracture in elderly women: relation to consumption of animal and vegetable foods, 2000 Oct;55(10):M585-92.

BACKGROUND: La frattura prossimale di femore, uno dei principali problemi sanitari in età anziana, ha un'incidenza variabile nelle popolazioni dei diversi Paesi, e appare direttamente correlata all'assunzione di proteine animali, dato che suggerisce come l'integrità dell'osso possa essere compromessa dalla produzione acida endogena conseguenza del metabolismo delle proteine animali. Se così fosse, allora i cibi vegetali potrebbero controbilanciare questo effetto, essendo una ricca fonte di basi (bicarbonati), fornite dagli anioni organici metabolizzabili, in grado di neutralizzare gli acidi derivanti dalle proteine e di fornire un substrato (carbonato) per la formazione dell'osso.

METODI: Sono stati analizzati i dati sull'incidenza di fratture prossimali di femore in 33 Paesi (N=33), in donne dai 50 anni in su, e la loro relazione con i dati, corrispondenti e specifici per ogni Paese, sul consumo pro capite di cibi vegetali e cibi animali, come riportato dalla FAO degli USA.

RISULTATI: L'incidenza di fratture prossimali di femore varia in modo direttamente proporzionale all'assunzione di proteine totali (r = +.67, p < .001) e animali (r = +.82, p < .001) e in modo inversamente proporzionale all'assunzione di proteine vegetali (r = .37, p < .04). I Paesi che si collocano nel terzile inferiore (n=11) di incidenza di fratture di femore (quelli cioè in cui l'incidenza di queste fratture è la più bassa del campione) hanno i consumi più bassi di proteine animali, e invariabilmente, il consumo di proteine vegetali (VP) supera il corrispondente consumo, in ciascun Paese, di proteine animali (AP): VP/AP > 1.0 .

Al contrario, nei Paesi nei quali l'incidenza di fratture si situa nel terzile superiore (quelli cioè in cui l'incidenza di queste fratture è la più elevata del campione), il consumo di proteine animali supera quello di proteine vegetali praticamente in tutti i casi (in 10 su 11 Paesi). In tutti i Paesi, l'incidenza di fratture di femore è correlata inversamente ed esponenzialmente con il rapporto consumo di proteine vegetali/animali (r = -.84, p < .001) e incide per il 70% sulla variazione totale di incidenza di fratture. Dopo aggiustamento per l'assunzione di proteine totali, il consumo di cibi vegetali è risultato un fattore predittivo negativo (cioè protettivo) e indipendente per l'incidenza di fratture. Tutti i risultati sono risultati simili per il sottogruppo dei 23 Paesi la cui popolazione è in maggioranza caucasica.

CONCLUSIONI: Questi risultati suggeriscono che il maggior determinante del rischio di fratture prossimali di femore in relazione all'effetto acido-base della dieta è il carico netto di acido della dieta, quando vengano considerati sia il consumo di precursori acidi che quello di precursori basici. La limitazione del consumo di cibi animali e l'aumento del consumo di cibi vegetali, in rapporto al consumo di cibi animali, può esercitare un effetto protettivo.