Dr. Pier Luigi Rossi Direttore Ambulatorio Nutrizione Clinica, USL Arezzo

La Glicemia indica la concentrazione di Glucosio nel sangue. Di norma in una persona sana ed adulta, donna o uomo, questo valore si attesta attorno a valori compresi tra 0.8-1 grammo per ogni litro di sangue. Al di sotto di 0.8 g/l si parla di Ipoglicemia, o "caduta degli zuccheri" ed al di sopra di 1 g/l si ha l'Iperglicemia, che va fino al Diabete Mellito, quando il Glucosio compare nell'urina.

Adottare un'alimentazione equilibrata e sana ha tra gli altri l'obiettivo di mantenere costante nel tempo il valore della Glicemia, evitando brusche e continue sue oscillazioni post-prandiali.

Invece uno degli errori alimentari più diffusi, ma purtroppo meno considerati per la gravità delle sue conseguenze cliniche, sta nel mangiare alimenti senza conoscere la loro diversa capacità di provocare il rialzo glicemico. Ogni volta che mangiamo si modifica il valore glicemico e di conseguenza quello di Insulina. Ogni cibo ha una propria capacità di variare questi valori. Continue oscillazioni della Glicemia e dell'Insulina costituiscono fattori aggressivi e favorenti le malattie cardiocircolatorie e l'obesità, ma anche problemi "minori" come inestetismi cutanei o cellulite.

Tutti gli alimenti possono essere, quindi, catalogati in base a quello che viene chiamato il loro Indice Glicemico, in base cioè alla loro diversa capacità di far aumentare, dopo la loro ingestione, la concentrazione di Glucosio nel sangue. Mangiare senza tenere in alcun conto l'Indice Glicemico degli alimenti è un evento quotidiano, che purtroppo non è sempre valutato in tutti i suoi aspetti negativi per la salute, per il peso corporeo, nonché per l'estetica e per la prevenzione delle malattie cardiache e vascolari.

L'improvviso e brusco rialzo della Glicemia, conseguente all'ingestione di un particolare alimento, è una situazione di grave stress metabolico ed ormonale per l'intero organismo, perché il Pancreas dovrà secernere più Insulina per riportare la concentrazione del Glucosio entro la norma.

Mangiando alcuni alimenti anziché altri, dunque, la Glicemia oscilla in modo netto e significativo: l'eccesso di Glicemia causa un eccesso di Insulina. L'obiettivo preventivo di una sana alimentazione è scegliere alimenti in grado di non causare brusche ed improvvise variazioni alla Glicemia e tenere a bassi livelli la secrezione dell'Insulina da parte del Pancreas.

L'innalzamento dell'Insulina provocata dall'aumento del Glucosio nel sangue causa, tra l'altro, un aumento della permeabilità della membrana degli adipociti al Glucosio, fatto che favorisce la trasformazione di queste sostanze in grasso di deposito. Le conseguenze sono l'aumento del peso corporeo, l'accumulo di massa grassa nella cavità addominale nell'uomo e nel tessuto sottocutaneo nella donna.

L'eccessiva esposizione del corpo umano all'Insulina favorisce dunque l'obesità, la steatosi epatica, inestetismi vari della cute, la cellulite, l'ipertensione arteriosa, l'accumulo di Colesterolo e di Trigliceridi, malattie cardiache e circolatorie.

Per evitare ciò, occorre limitare il più possibile i picchi di Insulina durante la giornata attuando un'alimentazione in grado di impedire bruschi, continui rialzi della Glicemia e garantire valori costanti nel tempo della glicemia.

E' opinione comune che i dolci siano gli alimenti capaci di provocare gli innalzamenti glicemici più bruschi. Per molti anni, ai diabetici il medico ha suggerito di evitare gli zuccheri semplici e limitare al massimo pane, pasta, riso e tutti gli alimenti ricchi di amido, o zuccheri complessi.

Ora sappiamo invece che per mantenere i livelli glicemici sotto controllo, fatto importante sia per i diabetici che per i soggetti sani, è bene scegliere gli alimenti in base al loro Indice Glicemico, che è effettivamente più elevato nei cibi in presenza di carboidrati, ma non è necessariamente vincolato al gusto dolce percepito, né alle calorie dell'alimento.


Articolo tratto da SALUTE - inserto della Repubblica del 24.02.2000.

Published Online: 08 Apr 2002 (ultima revisione 2013)