Traduzione a cura di Marco Lorenzi
e Luciana Baroni
Testo originale (in inglese): www.llu.edu/llu/health/mortality.html
Gli Avventisti del Settimo Giorno sono stati in modo crescente l'oggetto di studi epidemiologici, sia perché essi tendono ad essere molto più omogenei in numerose caratteristiche dello stile di vita sia perché essi sono più eterogenei nelle abitudini alimentari rispetto alla popolazione generale.
Alcune caratteristiche dello stile di vita come il forte consumo di sigarette e di alcool, e le diete ad alto contenuto di grassi possono confondere o modificare gli effetti di altri fattori, rendendone difficile lo studio.
Nella popolazione Avventista, queste caratteristiche potenzialmente in grado di confondere i risultati sono in larga misura assenti, rendendo gli altri fattori più facilmente analizzabili. E, cosa anche più importante, la loro ampia varietà di abitudini alimentari, dal vegetarismo stretto alla dieta americana normale, aumenta notevolmente le possibilità dei ricercatori.
Il primo grosso studio sugli Avventisti, iniziato nel 1958, è divenuto noto come "The Adventist Mortality Study" ed è uno studio prospettico su una popolazione di 22.940 Avventisti della California. Organizzato dalla Loma Linda Univerity, ha comportato un periodo di 5 anni di follow-up intenso e un periodo di 25 anni di follow-up meno rigoroso. Durante il primo periodo uno studio analogo è stato condotto dall'American Cancer Society. Entrambi gli studi hanno reclutato soggetti volontari con una cultura relativamente buona.
In generale la popolazione degli Avventisti in California tende ad essere più colta della media della popolazione. Tuttavia i soggetti reclutati per lo studio dell'American Cancer Society erano, in media, leggermente più colti rispetto alla popolazione di confronto degli Avventisti.
Le analogie tra i due gruppi sono importanti perché è stato rilevato che gli individui che si offrono volontari per questo tipo di studi tende ad avere una salute migliore rispetto alla media della popolazione, così come le persone delle classi socio-economiche più elevate tendono ad avere in media una incidenza inferiore di patologie. Pertanto l'Adventist Mortality Study e lo Studio della American Cancer Society forniscono un confronto ragionevolmente corretto tra Avventisti e non-Avventisti. Questa comparazione tra i due gruppi ha rilevato i risultati che sottoriportati.
Ma prima vogliamo spendere una parola sul significato del termine statistico "p" (che sta per "probabilità" che un certo risultato sia dovuto al caso, NdT). I valori di "p" sono riportati quando risultano statisticamente significativi (p<0.05: questa è la minima significatività considerata valida in termini statistici, cioè che un evento abbia una probalilità inferiore al 5% di essere dovuto al caso, NdT). Bisogna tenere a mente che il valore p non è usato per provare o confutare la casualità. Tuttavia, in termini relativi, maggiore è il valore di p (p>0.05, NdT), più plausibile risulta spiegare l'apparente correlazione come un fenomeno da riferire al CASO. Viceversa un valore di p molto basso tende a far ritenere probabile la CAUSALITA' (P<0.05, p<0.01, p<0.001, NdT).
La mortalità generale per cancro degli Avventisti (espressa in percentuale, NdT) rispetto alla popolazione di riferimento dello studio dell'American Cancer Society, è risultata il 60% (=60/100 NdT) negli uomini e il 76% (=76/100 NdT) nelle donne.
Confrontando la mortalità del gruppo degli Avventisti per alcuni tipi particolari di tumore, sempre verso la popolazione non-Avventista, è risultato che la mortalità dovuta a cancro del polmone tra gli Avventisti incideva solamente per il 21%. La mortalità per tumore colon-rettale è risultata del 62% tra gli Avventisti.
L'incidenza di mortalità per cancro della mammella tra le donne Avventiste è risultata dell'85%; le morti secondarie a cancro alla prostata per gli uomini Avventisti è risultata del 92%. Per linfomi e leucemie la mortalità è risultata dell'86% tra gli Avventisti uomini e del 100% per gli Avventisti donne.
La mortalità per patologia coronarica tra gli Avventisti di sesso maschile è risultata del 66%, mentre per le donne Avventiste del 98%. La mortalità per ictus cerebrale è risultata del 72% nei maschi Avventisti in comparazione con la loro controparte non-Avventista. Per le donne Avventiste la mortalità è risultata dell'82%.
Confrontando l'incidenza di tutte le cause di morte tra le due popolazioni, questa risulta essere del 66% negli Avventisti machi e dell'88% negli Avvemtisti femmine.
Poichè è stato dimostrato che il fumo è uno dei più importanti fattori che causano patologie come il cancro, i ricercatori dell'Adventist Mortality Study hanno comparato l'incidenza di mortalità dei non-fumatori in entrambe le popolazioni. Come prevedibile, l'incidenza di mortalità per questo sottogruppo di soggetti non-Avventisti è risultata più vicina a quella degli Avventisti. Tuttavia rimaneva un vantaggio generico negli Avventisti, che non poteva più quindi essere spiegato con differenze nell'abitudine al tabacco. Pertanto sono altre caratteristiche nello stile di vita degli Avventisti, diverse dal fumo, come la dieta e forse l'assistenza sociale, a rivestire una chiara importanza nel ridurre il rischio di malattia.
La mortalità degli Avventisti/non fumatori per tutti i tipi di tumore è risultata essere dell'85% negli uomini e del 78% nelle donne, quando confrontate con il gruppo di controllo di non-Avventisti/non-fumatori.
Confrontati con il gruppo di non-Avventisti/non-fumatori, l'incidenza di morti per cancro al polmone negli Avventisti/non fumatori risulta essere del 67% nei maschi e del 42% nelle donne. La mortalità per tumori del colon e del retto è risultata del 67% per gli Avventisti uomini e del 42% per gli Avventisti donne in comparazione con il gruppo di controllo di non-Avventisti.
La mortalità per tumore mammario nelle donne Avventiste è risultata dell'81%; la mortalità per cancro prostatico negli uomini Avventisti è risultata del 93%. La mortalità per linfomi e leucemie negli Avventisti è risultata essere del 93% negli uomini e dell'89% nelle donne, sempre in confronoto con l'analogo campione di non-Avventisti/non-fumatori.
Confrontando la mortalità per patologia coronarica tra Avventisti/non-fumatori e non-Avventisti/non-fumatori, l'incidenza è risultata del 76% nei maschi e del 101% nelle femmine. La mortalità per ictus cerebrale è risultata del 75% nei maschi e del 79% nelle donne.
La mortalità per tutte le cause di morte negli Avventisti è risultata del 79% negli uomini e del 91% rispetto al gruppo di controllo di non-Avventisti/non-fumatori.
Studi sulla mortalità degli Avventisti sono stati condotti anche in altre parti del mondo. Per esempio, nel 1960 in Norvegia un censimento nazionale la rivelato la presenza di una popolazione di 7.173 Avventisti. Allora i dottori Hans Waaler, Peter Hjort, e in seguito il dr. Vinjar Fønnebø sono stati in grado di utilizzare le informazioni raccolte dall'Ufficio Centrale di Statistica Norvegese, presso il quale vengono registrate tutte le morti, seguire la mortalità di questo gruppo originale di Avventisti e confrontarlo con quella della popolazione generale. Gli ultimi rapporti includono dei follow-up fino al 1986.
Questi Studiosi hanno riscontrato che gli Avventisti hanno mostrato tassi di mortalità -rispetto a quella attesa per la popolazione generale- pari al 82% negli uomini ed al 95% nelle donne.
Riguardo ai decessi dovuti a patologie cardiovascolari in individui di età inferiore ai 75 anni, la mortalità negli Avventisti, rispetto a quella attesa, è risultata del 65% negli uomini e del 90% nelle donne. I decessi per tumore negli Avventisti sono risultati del 78% negli uomini e del 94% nelle donne rispetto a quelli attesi.
Un altro studio ha esaminato la mortalità degli Avventisti olandesi nel periodo 1968-1977, usando i registri degli Uffici Amministrativi della Chiesa. A quell'epoca vi erano circa 4.000 membri della Chiesa Avventista in Olanda. Usando la popolazione generale del paese per calcolare i dati di mortalità attesa, i Dr. Hans Berkel e F. deWaard hanno in seguito comparato tali dati con quelli relativi alla popolazione Avventista.
Rispetto alla la mortalità totale attesa nella popolazione generale, quella degli Avventisti olandesi è risultata essere il 45%. I decessi per cancro (nella popolazione degli Avventisti, NdT) sono risultati essere il 50% di quelli attesi, ed i decessi per patologie cardiovascolari sono risultati essere il 41%.
La mortalità per cancro al seno è risultato essere il 50%, per cancro del polmone il 45%, per cancro di colon e retto il 43% e per cancro allo stomaco al 59% (rispetto a quella attesa NdT).
Con particolare riguardo alla cardiopatia ischemica, la mortalità è risultata essere il 43% di quella attesa, e per l'ictus è risultata il 54%. Sebbene non sia ancora stato ribadito, la maggior parte di questi dati è risultata essere statisticamente significativa, rendendo quindi poco probabile che le differenze osservate siano dovute a fattori casuali od a semplice fortuna.
Perciò, secondo questi Studi, è fortemente evidente come lo stile di vita degli Avventisti fornisca protezione da tumori ed altre patologie fatali. Tuttavia l'Adventist Mortality Study, come gli analoghi Studi in Norvegia, Olanda ed altri Studi in Polonia, Danimarca e Giappone presentano una mancanza formale di base: l'incidenza di eventi non-fatali per numerose patologie non è stata valutata.
L'Adventist Mortality Study solleva numerosi ed interessanti quesiti. Qual'è la caratteristica dello stile di vita degli Avventisti che consente loro di vivere più a lungo? Differenze nello stile di vita all'interno della popolazione stessa degli Avventisti sono forse responsabili di un rischio differente di contrarre specifiche patologie, siano esse mortali o non mortali?
Ringraziamo il Prof. Gary E. Fraser e la Loma Linda University, California, per averci autorizzato a tradurre ed inserire nel nostro sito questo articolo.
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Published Online: 10 Oct 2000 -- Copyright © by SSNV / All rights reserved.