3 Luglio 2005

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Ho 35 anni, sono vegetariara da 5 e alla 14^ settimana di gravidanza.

Ho seguito le indicazioni fornite dal sito per ciò che attiene ai fabbisogni nutrizionali ritenuti opportuni in tale particolare periodo della mia vita, aiutando un pochino l'introito settimanale di proteine con prodotti di origine animale (formaggio a caglio vegetale e uova).
Il mio grosso dubbio, che mi ha portato perfino a valutare l'ipotesi di riprendere a mangiare il pesce, cosa che vorrei proprio evitare, riguarda l'apporto di acidi grassi omega-3. Infatti, se non ho capito male, tali grassi essenziali sono fondamentali per lo sviluppo cerebrale e visivo del feto, ed io ho veramente timore che i 2 cucchiai di olio di lino con i quali condisco giornalmente l'insalata non siano sufficienti ad un compito così importante, anche in considerazione del fatto che non ho garanzie in merito alla capacità del mio corpo di convertire l'acido alfa-linolenico in EPA e DHA .
Potete cortesemente suggerirmi un sistema per monitorare detta questione, ovvero fornirmi un parere medico che non si limiti a dirmi che sono incosciente e che devo assolutamente ricorrere al pesce?
Ho letto infine che alcune alghe sono fonti dirette di DHA, quali posso consumare? In quali quantità?
[M.]


Risposta a cura della dott.ssa LUCIANA BARONI, Presidente SSNV

2 cucchiai al giorno sono il triplo della dosa giornaliera raccomandata di omega-3, quindi anche ipotizzando un difetto di conversione, peraltro molto raro in soggetti sani, siamo ampiamente coperti.

La garanzia di poter utilizzare gli omega-3 del pesce c'è solo utilizzando l'olio di pesce, non certo consumando pesce cotto.

Possono comunque essere utili le alghe, che forniscono già omega-3 a lunga catena, che vanno assunte quotidianamente in piccole quantità e variando il tipo.