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Ho 35 anni, sono vegetariara da 5 e alla 14^ settimana di gravidanza.
Ho seguito le indicazioni fornite dal sito per ciò che attiene
ai fabbisogni nutrizionali ritenuti opportuni in tale particolare
periodo della mia vita, aiutando un pochino l'introito settimanale
di proteine con prodotti di origine animale (formaggio a caglio
vegetale e uova).
Il mio grosso dubbio, che mi ha portato perfino a valutare
l'ipotesi di riprendere a mangiare il pesce, cosa che vorrei
proprio evitare, riguarda l'apporto di acidi grassi omega-3.
Infatti, se non ho capito male, tali grassi essenziali sono
fondamentali per lo sviluppo cerebrale e visivo del feto, ed io ho
veramente timore che i 2 cucchiai di olio di lino con i quali
condisco giornalmente l'insalata non siano sufficienti ad un
compito così importante, anche in considerazione del fatto che non
ho garanzie in merito alla capacità del mio corpo di convertire
l'acido alfa-linolenico in EPA e DHA .
Potete cortesemente suggerirmi un sistema per monitorare detta
questione, ovvero fornirmi un parere medico che non si limiti a
dirmi che sono incosciente e che devo assolutamente ricorrere al
pesce?
Ho letto infine che alcune alghe sono fonti dirette di DHA, quali
posso consumare? In quali quantità?
[M.]
Risposta a cura della dott.ssa LUCIANA BARONI, Presidente SSNV
2 cucchiai al giorno sono il triplo della dosa giornaliera raccomandata di omega-3, quindi anche ipotizzando un difetto di conversione, peraltro molto raro in soggetti sani, siamo ampiamente coperti.
La garanzia di poter utilizzare gli omega-3 del pesce c'è solo utilizzando l'olio di pesce, non certo consumando pesce cotto.
Possono comunque essere utili le alghe, che forniscono già omega-3 a lunga catena, che vanno assunte quotidianamente in piccole quantità e variando il tipo.