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Salve, invio questa mail allo psicologo del sito.
Ho due bambini di 4 e 6 anni, siamo vegetariani da circa 2 anni
e mezzo, questo significa che abbiamo coinvolto anche la scuola
nella nostra scelta. Infatti i bambini a scuola non mangiano la
carne, che nei menu scolastici è prevista almeno 3 volte su 5.
A parte l'ultimo anno di materna del più grande per ora è andato
più o meno tutto bene (a richiesta facciamo eccezioni visto che
prima loro la carne la mangiavano!!!). Ora il grande sta
frequentando il campo solare (che si svolge nella stessa scuola
elementare da lui frequentata e gestito dalle educatrici che
durante l'anno gestiscono il post-orario) e oggi mi ha posto questo
problema: "io non voglio più il mio cognome e non voglio più essere
vegetariano".
Ho chiesto come mai e se il motivo era perchè voleva mangiare la
carne, e lui mi ha risposto che no, non era per la carne, ma perchè
voleva essere uguale agli altri!
Comprendo il desiderio di uguaglianza al gruppo ed infatti ho
cercato di spiegare che lui è di fatto uguale agli altri, perchè fa
le stesse cose (gioca, ha la bici, studia, porta i giochi a scuola,
ecc) e che l'unica cosa di diverso era il tipo di alimentazione.
Lui mi ha detto che non è vero, allora ho risposto che le scelte
importanti come quelle alimentari le fanno mamma e papa e che su
questo non c'era molto da discutere (tutto questo discorso ha
ovviamente avuto toni cauti e di comprensione). Quando ha visto la
fermezza lui non ne ha più voluto discutere nonostante cercassi di
avere più informazioni (ha negato di essere stato preso in
giro).
Ora mi fa quasi pensare che sia l'appellativo "vegetariano" che lo
fa sentire diverso dagli altri, oppure che sia stato preso in giro.
Certo che non mi sento di cedere e penso che per qualcosa si è
tutti bene o male presi in giro (anche io da piccola lo sono stata
per il mio cognome), ma quali spiegazioni posso dare che possano
farlo sentire meglio e che poi lui possa utilizzare nei momenti di
crisi? Come mamma non ho la possibilità di confrontarmi con nessuno
che abbia fatto questa scelta a parte mio marito e mi sento anche
io un po' in difficoltà, perchè il primo istinto è quello di
rispondergli che sono tutte sciocchezze e non se ne parla di
cambiare, anche se so benissimo che sarebbe deleterio per lui e per
la sua fiducia in me. [P.]
Risposta a cura della dott.ssa FABIANA BERNARDUCCI, Neuropsicologa
Gentile Signora,
il motivo per il quale tra i bambini è molto frequente il deridersi è che facendolo mettono alla prova se stessi: in pratica cercano di dimostrare a loro stessi se e quanto sono in grado di modificare la realtà, che in questo caso è lo stato d'animo altrui.
Inoltre in questo comportamento gioca un ruolo cruciale l'aggressività, che è insita nella natura umana e che ha bisogno di essere espressa in qualche modo. Noi adulti abbiamo escogitato una strategia che definirei geniale per scaricare l'aggressività: l'umorismo. Quest'ultimo però necessita di capacità astrattive tali che nei bambini non sono ancora completamente sviluppate.
Per cui i bambini che prendono in giro suo figlio (non credo che sia tutta la classe, molto probabilmente si tratta di uno o due elementi che tendono a trascinare anche gli altri) avrebbero questo comportamento in ogni caso, anche se lui non fosse vegetariano o magari scegliendo un'altra vittima, che ai loro occhi potrebbe apparire vulnerabile per altri motivi.
Parli con calma con il piccolo (senza aspettare il prossimo episodio), spiegandogli che questi bambini lo prendono in giro perchè si aspettano da lui una reazione (rabbia, tristezza ecc). Gli dica quindi che finchè lui si dimostrerà offeso ed arrabbiato per le loro parole non farà altro che stare al loro gioco. L'unica soluzione è ignorarli, far finta che non esistono quando si dimostrano antipatici nei suoi confronti. È la strada più lunga e faticosa ma prima o poi questi bambini si stancheranno di fare qualcosa che non conduce a niente!
In un altro contesto, cerchi anche di fargli capire che la diversità non è affatto negativa e che tra tutti noi ci sono delle diversità, riportandogli alcuni esempi che deve prendere dal vostro quotidiano (es. come farebbe a giocare se tutti i suoi giocattoli fossero uguali? Facendogli notare, prendendo in considerazione due tra le persone a lui più simpatiche, che lo sono perchè hanno delle caratteristiche individuali e che non si ripetono nell'altro).