14 Luglio 2005

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Nel vostro sito, nel paragrafo dedicato alla sindrome premestruale, ho letto: "Uno dei trattamenti che stiamo sperimentando è l'uso di una dieta vegetariana a bassissimo contenuto di grassi.

Stiamo utilizzando questa dieta perché, quando venga seguita correttamente, produce l'effetto molto utile di ridurre il livello ematico di estrogeni, alcune volte in modo sensibile [ 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12]. Almeno in alcuni soggetti, le diete che eliminano i prodotti animali e mantengono i grassi vegetali a valori minimi, provocano la marcata riduzione del dolore mestruale, presumibilmente a causa degli effetti della dieta stessa sui livelli ormonali." Da quanto affermate, nella donna giovane vegetariana ci sono dei livelli di estrogeni inferiori rispetto alla donna non vegetariana. Sono anch'io vegetariana e, dal momento che mi sto laureando in medicina, dalle mie scarse conoscenze di ginecologia, mi sembra di ricordare che bassi livelli di estrogeni possono causare irregolarità mestruali e altri sintomi, quali irritabilità, nervosismo, vampate di calore, perdite ematiche intermestruali, alterazioni distrofiche vaginali, ecc.


Risposta a cura della dott.ssa LUCIANA BARONI, Presidente SSNV

Questi sintomi sono in parte quelli della menopausa, dove si verifica un a brusca caduta dei livelli di estrogeni. La riduzione dei livelli circolanti di estrogeni è stata ben documentata dal china study nelle donne cinesi, ed è ritenuta responsabile dei ridotti tassi di incidenza dei tumori ormono-sensibili in queste popolazioni.

Tenga conto che una dieta vegetariana occidentale NON è necessariamente ipolipidica, e che per mantenere i grassi vegetali a vlori minimi non basta essere vegani. Una low-fat diet è una dieta che limita i grassi a meno del 15% delle calorie totali ed è una dieta non relizzabile in modo "spontaneo", va pianificata da un nutrizionista perché altrimenti non si riesce assolutamente a restare al di sotto del 25% delle calorie dai grassi.

Comunque è vero che soprattutto le donne vegane possono avere più bassi livelli circolanti di estrogeni in confronto alla controparte onnivora: questo può portare ad un ritardo del menarca, un'anticipazione della menopausa, che può addirittura decorrere in modo "asintomatico" (e quindi una ridotta durata di esposizione agli estrogeni da parte degli organi bersaglio), una riduzione della durata dei flussi e sicuramente una ridotta incidenza di dismenorrea. Quest'ultimo effetto sembra però riconducibile alla riduzione dei fattori pro-infiammatori della famiglia delle prostaglandine ad opera dei grassi vegetali poveri di grassi saturi e di omega-6.

> Mi chiedevo se ci sono studi sul livello di abbassamento degli estrogeni 
> nelle vegetariane e sulla possibile entità di tale calo. È questo calo, 
> tale da giungere a un vero e proprio deficit ormonale?
> Poi vagando in internet su google alla ricerca della relazione 
> "vegetarianismo + estrogeni" ho trovato una citazione a tal proposito 
> sul sito http://www.migliaccionutrizione.it/articoli/vegetarianismo.htm:
> "Una dieta vegetariana può contribuire ad un cambiamento dello stato 
> ormonale. Donne vegetariane, a seguito dell'alto apporto in fibra, hanno 
> un'abbondante defecazione e perdono così una quantità di estrogeni 
> due-tre volte maggiore rispetto alle donne onnivore. Il ridotto apporto 
> di grasso, la bassa percentuale di grasso corporeo, il basso apporto di 
> proteine e di triptofano ed infine l'alto apporto in fibra, che sono 
> comuni nelle donne vegetariane, causano una riduzione dei livelli di 
> prolattina e possono alterare il ciclo mestruale. 

Vedi sopra.

> Nelle atlete
> vegetariane vi è anche un'alta incidenza di amenorrea rispetto alle 
> atlete onnivore, 

Le atlete hanno un'incidenza di amenorrea più elevata solo per il fatto che sono atlete, indipendentemente dalla dieta. Questo sembra dipendere dai ridotti valori di BMI e forse dall'uso sostanze anabolizzanti.

> indice di una alterazione endocrinologica da non
> trascurare in quanto si associa ad una diminuzione del contenuto 
> minerale osseo della spina lombare, ad una maggior prevalenza di 
> scoliosi fra le adolescenti e ad una maggior incidenza di fratture da 
> stress. Anche in donne sedentarie l'adozione di una dieta vegetariana ha 
> mostrato alterazioni del ciclo."

Non è dimostrata un'aumentata prevalenza di osteoporosi nei vegetariani, anzi sembra che a fronte di una più bassa densità ossea abbiano ossa più robuste. Del resto l'osteoporosi è praticamente sconosciuta in molte popolazioni del mondo che si nutrono prevalentemente di cibi vegetali.

> Questo sito però non ha una bibliografia e non cita le fonti...
> 
> Quindi chiedo a voi chiarimenti.
> Grazie della gentile attenzione e complimenti per il sito!
> 
> [N.P.]

Spero di avere almeno in parte soddisfatto le sue richieste, anche se l'argomento sarebbe vastissimo.