Gentile Dott. Cagno, leggendo una Sua risposta alla domanda di un ragazzo di 15 anni in merito alle ripercussioni psicologiche del fenomeno "mucca pazza", mi scusi se mi permetto, ma trovo che Lei sia un pochino catastrofico (o almeno lo spero visto che anche io purtroppo mangiavo carne) riguardo al futuro di coloro che hanno mangiato carne, riportando anche il caso di quella ragazza vegetariana. [G.G.]


Risposta a cura del dr. STEFANO CAGNO, Psichiatra

Cara amica, sinceramente non mi sembra di essere stato catastrofico. Citare il caso della ragazza vegetariana è un fatto storico e quindi oggettivo, anche se può spaventare. Che poi l'incubazione della BSE sia lunga (mediamente 9 anni, ma a volte anche 15) è un altro dato scientifico e che quindi deve essere preso come tale.

Sono appena tornato dal Congresso Mondiale di Psichiatria, che si è svolto in questi giorni a Berlino, in cui è stata dedicata una sessione alle malattie da prioni e quindi anche alla BSE. Tutti gli Esperti hanno concordato che, data la lunga incubazione ed i poco tempestivi provvedimenti, le punte massime di morti si attendono nei prossimi anni.

A causa delle notevoli lacune scientifiche sull'argomento, i meno "catastrofisti" prevedono alcune migliaia di morti, i più "catastrofisti" circa mezzo milione. Tra l'altro non è ancora chiaro se una singola esposizione alla fonte di contagio (leggi singola mangiata di carne infetta) sia sufficiente a provocare la malattia: certamente più uno ha mangiato carne e più volte può essere venuto a contatto con la fonte di contagio. Sembra infine emergere una predisposizione individuale al contagio (genetica?), ancora però da dimostrare.

Credo di avere presentato in questi ultimi mesi argomentazioni preoccupanti e inquietanti, ma oggettive e non catastrofiche. Certamente quanto sta accadendo non è colpa dei "catastrofisti", e nemmeno dei vegetariani.