Traduzione a cura di Silvio Dolfi e Luciana Baroni.
Articolo originale del PCRM (può essere stato variato rispetto alla data di questa traduzione): Foods for Cancer Prevention.

Tra le numerose malattie che colpiscono la popolazione nell'epoca attuale, il cancro è sicuramente una delle più temute. Ma nonostante la enorme varietà di dati scientifici a disposizione, la maggioranza delle persone ignora come sia possibile ridurre il rischio di sviluppare tale patologia. Secondo il National Cancer Institue (USA), l'80 per cento di tutte le forme tumorali sono dovute a fattori ben identificabili e come tali sono potenzialmente prevenibili. Il 30 per cento dei tumori sono riconducibili all'uso di tabacco, mentre dal 35 al 50 per cento sono riconducibili a fattori dietetici. E' perciò facile controllare questi ultimi -ed altri- fattori di rischio.

Che cos'è il cancro?

Il cancro inizia a svilupparsi come una cellula anomala isolata che comincia a moltiplicarsi in modo incontrollato. Gruppi di cellule di questo tipo formano il tumore, che invade i tessuti sani, spesso diffondendosi in altre parti del corpo. Sono denominate cancerogene le sostanze che favoriscono lo sviluppo di cellule cancerose. Esse possono provenire dal cibo, dall'aria o persino dall'interno dell'organismo stesso. La maggior parte delle sostanze cancerogene viene neutralizzata prima che venga causato un danno effettivo, ma talvolta esse attaccano il materiale genetico di una cellula (DNA) e lo alterano. Sono necessari anni prima che si sviluppi un tumore vero e proprio. Durante questo periodo, molecole organiche conosciute come "inibitori" possono impedire alle cellule cancerose di moltiplicarsi. Alcune Vitamine presenti in alimenti di origine vegetale sono note essere degli inibitori. I grassi della dieta, per contro, posseggono riconosciute proprietà di attivazione dello sviluppo delle cellule patologiche.

Le fibre combattono il cancro

Nel 1970 il medico inglese Dennis Burkitt riportava come una dieta ricca di fibre fosse responsabile di una diminuzione dell'incidenza delle patologie a carico dell'apparato digerente. Egli notò come nei Paesi i cui regimi alimentari includevano una grande quantità di fibre (cioè diete basate essenzialmente su alimenti vegetali) si verificava un minor numero di casi di cancro al colon. Questa osservazione si è rivelata valida in tutto il mondo. Una più elevata assunzione di fibre con la dieta si riscontra nei Paesi non industrializzati, dove la carne viene consumata saltuariamente e l'alimentazione quotidiana è a base di prodotti di origine vegetale. Gli alimenti di origine animale non contengono fibre. Gli Stati Uniti e le altre Nazioni Occidentali, le cui diete sono basate su prodotti animali, hanno l'incidenza più elevata di cancro del colon.

Benchè non sia ancora esattamente compreso come le fibre siano in grado di prevenire le patologie a carico dell' apparato digerente, sono state proposte varie ipotesi. Per loro natura, le fibre non possono essere digerite nei primi stadi del processo digestivo degli esseri umani. Esse contribuiscono a far transitare il cibo più velocemente lungo il canale intestinale, aiutando l'eliminazione anche delle sostanze cancerogene. Inoltre richiamano acqua nel lume intestinale. Acqua e fibre aumentano la massa fecale ed in questo modo le sostanze cancerogene vengono diluite.

Nel corso del processo digestivo dei grassi, gli acidi biliari vengono secreti nell' intestino, dove alcuni batteri possono trasformare questi acidi in sostanze chimiche che favoriscono il cancro del colon. Le fibre possono legare gli acidi biliari ed aiutare ad espellerli dall'intestino [1]. Inoltre i batteri presenti nel colon fanno fermentare le fibre, creando così un ambiente più acido che può rendere meno tossici gli acidi biliari.

Le fibre risultano protettive anche nei confronti di altri tipi di cancro. Alcuni Studi hanno riportato come il cancro dello stomaco e il cancro della mammella siano meno frequenti in presenza di diete ricche di fibre [2, 3]. Le fibre influenzano inoltre i livelli di estrogeni nell'organismo. Gli estrogeni sono solitamente secreti nell'intestino, dove vengono legati dalle fibre e veicolati al di fuori dell'organismo [4]. Senza un'adeguata presenza di fibre, gli estrogeni possono essere riassorbiti dall'intestino nel circolo ematico. Alti livelli di estrogeni sono correlati ad un più elevato rischio di cancro della mammella.

Negli Stati Uniti la media dell'apporto di fibra nell'alimentazione quotidiana è di 10-20 grammi. Gli esperti ne raccomandano 30-40 grammi al giorno. Le fonti alimentari migliori di fibra sono cereali integrali, fagioli, piselli, lenticchie verdure e frutta. Sono più ricchi di fibre gli alimenti più vicini al proprio stato naturale, non raffinati e non sbucciati.

I grassi aumentano il rischio di cancro

Studi di popolazione hanno rivelato che le popolazioni con più elevati consumi di grassi alimentari sono anche quelle con più alte percentuali di morte per cancro dellla mammella e del colon. Per contro, le percentuali più basse sono state riscontrate in gruppi etnici con il più basso consumo di grassi [5]. Studi sui flussi migratori contribuiscono ad escludere l'influenza di fattori genetici [6].

Molti Studi indicano che i grassi della dieta aumentano il rischio individuale di sviluppare tumore, e che possono anche influenzare negativamente la sopravvivenza di coloro che hanno già contratto questa malattia [7].

Nonostante sia importante prendere in considerazione la quantità totale di grassi presente nell'alimentazione, esistono evidenze che i grassi animali sono molto più dannosi dei grassi vegetali. Uno Studio ha riportato un incremento del 200 per cento di cancro della mammella tra donne che consumavano manzo o maiale da cinque a sei volte la settimana. La dottoressa Sheila Bingham, un'eminente ricercatrice oncologica dell'Università di Cambridge, ha osservato che la carne sarebbe più strettamente associata al cancro al colon di qualsiasi altro fattore [8]. Carne e latte sono inoltre correlati al cancro della prostata e delle ovaie [9].

Come i grassi influenzano il rischio di cancro

I grassi sono responsabili di molteplici effetti all'interno del'organismo. Incrementano la produzione di ormoni e quindi aumentano il rischio di cancro. Stimolano inoltre la produzione degli acidi biliari, che sono stati correlati al cancro del colon.

La dieta media negli Stati Uniti comprende circa il 37 per cento di grassi. Il National Cancer Institute consiglia che la popolazione riduca tale percentuale al 30 per cento. Alcuni Studi, comunque, hanno mostrato che l'assunzione di grassi dovrebbe scendere ben al di sotto del 30 per cento per ottenere effetti anticarcinogeni. Al fine di avere un effetto positivo in questo senso, sembra consigliabile una riduzione al 10-15 per cento.

L'importanza dei cibi vegetali

I cibi vegetali non sono solo poveri di grassi e ricchi di fibre, ma contengono anche molte sostanze che combattono il cancro. E' stato dimostrato che i carotenoidi, i pigmenti che conferiscono a frutta e verdura il colore scuro, aiutano a prevenire il cancro. Il Beta-carotene, presente nelle verdure gialle e verde scuro, contribuisce a proteggere dal cancro del polmone e sembra anche aiutare a prevenire il cancro della vescica, della cavità orale, della laringe, dell'esofago, della mammella ed altri tipi di tumore.

Verdure come cavolo, broccoli, ravizzone, rapa, cavolfiore e cavolini di Bruxelles contengono flavoni ed indoli, che si ritiene posseggano attività anticancro.

La Vitamina C, che si trova negli agrumi ed in molte verdure, può abbassare il rischio di cancro dell'esofago e dello stomaco. La Vitamina C agisce come antiossidante, neutralizzando i composti chimici cancerogeni che si formano nell'organismo. Blocca inoltre la conversione nello stomaco dei nitrati nelle nitrosamine cancerogene.

Il Selenio si trova nei cereali integrali e ha lo stesso effetto antiossidante della Vitamina C e del Beta-carotene. Anche la Vitamina E ha un'azione analoga. Viene raccomandata cautela nell'assunzione di supplementi a base di Selenio, tossico in dosi massicce.

Alcool

Un consumo eccessivo di alcool eleva il rischio di cancro di mammella, cavo orale, laringe ed esofago. Quando associato al fumo, il rischio aumenta a dismisura. L'alcool aumenta inoltre il rischio di cancro a stomaco, fegato e colon [10].

I vegetariani stanno meglio

Le evidenze scientifiche indirizzano verso una dieta ricca di fibre e povera di grassi, che includa vari tipi di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, come migliore strategia per la prevenzione del cancro. Non sorprende quindi che i vegetariani, la cui dieta soddisfa naturalmente tali requisiti, si collochino ai livelli più bassi di rischio di cancro.

I vegetariani hanno più elevati livelli ematici di Beta-carotene. Essi assumono più Vitamina C, Beta-carotene, Indoli e fibre dei carnivori. I vegetariani hanno anche un più valido Sistema Immunitario. Alcuni Ricercatori tedeschi hanno recentemente scoperto che nei vegetariani l'attività delle cellule NKC (Natural Killer Cells) è più che doppia rispetto ai non-vegetariani [11]. Le cellule NKC sono dei Globuli Bianchi specializzati che attaccano e neutralizzano le cellule cancerose. I vegetariani, inoltre, tendono a mangiare più prodotti a base di soia dei non-vegetariani. La soia contiente molte sostanze anticancerogene, inclusi Lignani e Fitoestrogeni. Una dieta ricca di soia può essere uno dei motivi che spiegano la minore incidenza del cancro della mammella nelle popolazioni Asiatiche.

Conclusioni

Una dieta per la prevenzione del cancro deve essere ricca di fibre, povera di grassi (specialmente grassi animali) e includere porzioni abbondanti di frutta e verdura. Dovrebbe inoltre ridurre al minimo od escludere l'alcool. Le diete migliori in quest'ottica sono le diete vegetariane.

References

  1. Kritchevsky D Diet, nutrition, and cancer. The role of fiber, Cancer 1986 Oct 15;58(8 Suppl):1830-6.
  2. Risch HA, Jain M, Choi NW, Fodor JG, Pfeiffer CJ, Howe GR, Harrison LW, Craib KJ, Miller AB Dietary factors and the incidence of cancer of the stomach, Am J Epidemiol 1985 Dec;122(6):947-59.
  3. Lubin F, Wax Y, Modan B Role of fat, animal protein, and dietary fiber in breast cancer etiology: a case-control study, J Natl Cancer Inst 1986 Sep;77(3):605-12.
  4. Goldin BR, Adlercreutz H, Gorbach SL, Warram JH, Dwyer JT, Swenson L, Woods MN Estrogen excretion patterns and plasma levels in vegetarian and omnivorous women, N Engl J Med 1982 Dec;307(25):1542-7.
  5. Lane HW, Carpenter JT Jr Breast cancer: incidence, nutritional concerns, and treatment approaches, J Am Diet Assoc 1987 Jun;87(6):765-9.
  6. Minowa M, Bingham S, Cummings JH Dietary fibre intake in Japan, Hum Nutr Appl Nutr 1983 Apr;37(2):113-9.
  7. Wynder EL, Rose DP, Cohen LA Diet and breast cancer in causation and therapy, Cancer 1986 Oct;58(8 Suppl):1804-13.
  8. Bingham SA Meat, starch, and nonstarch polysaccharides and large bowel cancer, Am J Clin Nutr 1988 Sep;48(3 Suppl):762-7.
  9. Rose DP, Boyar AP, Wynder EL. International comparisons of mortality rates for cancer of the breast, ovary, prostate, and colon, and per capita food consumption., Cancer 1986 Dec 1;58(11):2363-71..
  10. Breslow NE, Enstrom JE Geographic correlations between cancer mortality rates and alcohol-tobacco consumption in the United States, J Natl Cancer Inst 1974 Sep;53(3):631-9.
  11. Malter M, Schriever G, Eilber U Natural killer cells, vitamins, and other blood components of vegetarian and omnivorous men, Nutr Cancer 1989;12(3):271-8.

Published Online: 12 Feb 2001 (Ultima revisione 2015) -- Copyright © by SSNV / All rights reserved.